In Europa calano gli utenti di Facebook
Pesante il primo trimestre per Facebook dopo lo scandalo Cambridge Analytica, diminuiscono gli utenti Ue e il tempo medio trascorso sulla piattaforma
Passato un intero trimestre dopo i recenti scandali relativi alla privacy venuti a galla con il caso Cambridge Analytica, per Facebook è giunto il momento di tirare le somme. Menlo Park tira il freno a mano e ammette che la crescita sta rallentando, una considerazione che ha fatto crollare il titolo del 23,68%durante l’after-hours (prolungamento degli investimenti anche dopo la chiusura delle borse).
Le perplessità degli analisti
Rispetto al primo trimestre 2018 i ricavi sono diminuiti del 7% e stando alle previsioni continueranno a scendere anche per i restanti 6 mesi di quest’anno. A corredo di ciò i maggiori costi, secondo gli analisti, avranno un impatto negativo sul margine operativo anche nel prossimo futuro e gli effetti si sono visti già durante gli ultimi 90 giorni, assestandosi al 44%. Il parere dei tecnici del settore è che possa scendere fino al 35%.L’utile netto è di 4,1 miliardi, con un utile per azione pari a 1,74 dollari (contro gli 1,32 dollari del medesimo trimestre dell’anno scorso). L’analisi su un periodo più ampio riporta che i ricavi rispetto ai primi sei mesi del 2017 sono aumentati del 42% a 13,23 miliardi di dollari.
Gli analisti aspettavano un utile per azione a 1,72 dollari (quindi leggermente al di sotto del conseguito) ma ricavi per 13,36 miliardi di dollari.
Il numero degli utenti attivi sono un altro cruccio evidenziato dai tecnici: se negli Usa e in Canada sono rimasti pressoché invariati (185 milioni), in Europa sono calati da 282 milioni a 279 milioni. Il Vecchio Continente è più sensibile alle questioni legate alla privacy e, nonostante Facebook abbia addebitato il calo di visitatori al regolamento Gpdr, gli analisti sono più propensi a credere si tratti di una reale defezione.
Più in generale il numero degli utenti attivi giornalieri è aumentato dell’11% a 1,47 miliardi, gli analisti si aspettavano però una crescita del 13%. Un rallentamento che Facebook ha riconosciuto e che, per gli investitori almeno, getta ombre sul futuro.
Le interferenze esterne
Altri grattacapi arrivano da quei servizi che, in proporzione, sono cresciuti più di Facebook. Snapchat e Telegram sono preferiti dai giovanissimi e, per quanto riguarda invece la platea squisitamente business, sta guadagnando favori LinkedIn, piattaforma molto più attenta alla privacy e sulla quale vengono pubblicati contenuti di maggiore qualità e scevri di bufale.
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Fonte: https://www.wired.it/attualita/tech/2018/07/26/facebook-titolo-utenti/