Rebranding
Il rebranding è un fenomeno frequente, generalmente rientra in proprie e vere strategie di marketing. Il rebranding segue e cerca di prevedere i trend del momento o futuri e col tempo diventa necessario modificare il brand per renderlo idoneo alla nuova immagine che si vuole dare all’azienda. Il rischio che i consumatori reagiscano con confusione e smarrimento nei confronti di un nuovo logo è alto, ma c’è anche l’opportunità che nuovi consumatori possano avvicinarsi al brand.
Per citarne un esempio, qui troveremo l’evoluzione del nostro logo storico.
L’obbiettivo principale del rebranding è crescere e di entrare in segmenti nuovi di mercato che presentino un adeguato potenziale di crescita.
Ecco altri esempi di rebranding :
L’insieme di colori, l’asse inclinato della e è l’unico elemento scherzoso e confidenziale di un logo meccanico. Il rebranding di questo logo, inserito nel nuovo sistema visivo di Google che comprende decine di altri elementi dai pallini colorati alla G multicolore.
A volte dunque può rivelarsi la strategia giusta per riprendere fiato un esempio sotto gli occhi di tutti è Apple. Nei primi anni ‘90 il colosso di Cupertino stava lentamente, ma inesorabilmente, scivolando fuori dal mercato dei personal computer. Per segnalare chiaramente un cambiamento nell’immagine del brand, Apple ha aggiornato il proprio logo abbandonando il sorpassato arcobaleno per un taglio monocromatico e lucido per poi ritornare.
I rebranding possono essere totali o parziali. Nel primo caso possono verificarsi come cambiamento alcuni segni distintivi, come il logo, nome, gestione delle immagini, strategie di marketing e delle politiche pubblicitarie. Nel caso del rebranding parziale possono verificarsi piccole modifiche per migliorare l’assonanza percettiva.
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